Con opere di Jean Arp, Camille Bryen, Fritz Huf, Serge Poliakoff, Sophie Taeuber-Arp
La nuova mostra pone l’accento sulle opere che Arp ha realizzato a partire dal secondo dopoguerra fino agli anni Sessanta e le mette in dialogo con lavori di altri artisti in collezione.
Fin dall’infanzia Arp era ossessionato dalla perfezione. Una sagoma di carta non perfettamente ritagliata lo turbava. Da un giorno all’altro decise di rinunciare alla perfezione e, invece di ritagliare accuratamente le forme dei suoi collage, iniziò a strapparle con le mani, come spiegò all’amico Camille Bryen, durante un’intervista del 1955. Nacquero così i “papiers déchirés”, con forme disposte secondo le leggi del caso, come le macchie di colore negli splendidi rilievi degli anni Cinquanta. Nell’esposizione si dà spazio anche ad Arp poeta, attraverso una selezione di opere e documenti d’archivio legati alla raccolta di poesie Wortträume und schwarze Sterne, pubblicata nel 1953.
Foto © Roberto Pellegrini